La camorra dissotterra l’ascia di guerra e Napoli ripiomba nel terrore. Nella mattinata e nel pomeriggio del 25 giugno si sono verificati due agguati nella zona orientale della città: in uno dei due agguati ad essere colpito ad una natica è stato Francesco De Martino, 49enne e padre di quell’Antonio che per anni è stato uno degli uomini più fidati del boss Marco De Micco, capo indiscusso del sodalizio criminale dei ‘Bodo’, almeno fino al suo arresto; il clan è nato da una costola dello storico clan Cuccaro di Barra e vincitori de facto della guerra che negli anni scorsi li ha opposti ai D’Amico del rione Conocal. Come si evince dalle dichiarazioni rilasciate da uno dei pentiti dello stesso clan, Rocco Capasso il quale ha iniziato a collaborare a giugno scorso, il clan dei Bodo ha saputo imporre la propria egemonia nell’area orientale di Napoli attraverso metodi efferati, ovvero attraverso omicidi, gambizzazioni ed estorsioni e reclutando nelle proprie fila giovani della comune criminalitá organizzata o appartenenti allo storico gruppo rivale dei D’amico. Come riportato dal sito online Internapoli.it, i sicari protagonisti dell’agguato ‘irriducibili’ avrebbero un nome: Minichini-Schisa, da tempo radicati nei palazzoni di via delle Metamorfosi e in stretta alleanza con i Rinaldi del rione Villa di San Giovanni a Teduccio. Tale gruppo sarebbe al momento guidato da un giovanissimo legato da vincoli di parentela proprio al clan D’Amico. I sicari avrebbero agito, stando alle prime ricostruzioni, in risposta ad un altro agguato che era stato organizzato nella mattinata, ma prontamente sventato dalla squadra mobile, infatti nella mattinata i poliziotti hanno intercettato due scooter con a bordo quattro persone con volto travisato e armate. Nel mirino sarebbe finito Ciro Cerrato, uomo legato al clan nemico dei De Micco. Le vicende verificatesi nelle ultime 24 ore possono essere, anche se non vi è la certezza, indice di un allarmante risveglio della criminalità organizzata dal punto di vista militare: da alcuni mesi gli agguati di origine camorristica sembravano essere passati in secondo piano soprattutto vista la forte repressione da parte dello Stato e delle forze dell’ordine che attraverso numerose indagini ed operazioni sono riuscite ad arrestare buona parte dei boss e degli elementi di spicco dei numerosi clan che affollano Napoli e provincia, costringendo gli stessi clan a rivedere le proprie “ambizioni criminali” e di espansione territoriale, malgrado ciò gli agguati della zona orientale rappresentano un allarme che potrebbe fare scaturire una nuova faida tra i clan che da tempo si fronteggiano in quel territorio.
Giulio Salimbeni